Giovedì 6 febbraio siamo andati alla Badia di Sant’Andrea, a Loro Ciuffenna, per conoscere la storia di quel luogo.
Per raggiungerla abbiamo fatto un percorso nel bosco. Siamo partiti dalla nostra scuola, abbiamo fatto le scalette, dietro alla chiesa, abbiamo oltrepassato le Scuole Medie, abbiamo proseguito, siamo arrivati nei campi. Ci siamo addentrati nel bosco, lungo un sentiero. Ad un certo punto abbiamo trovato un piccolo torrente, un affluente del Ciuffenna, che passa sotto via Gruissan.
Siamo arrivati alla Badia, ci siamo fermati in una piazzetta. Abbiamo visto alcuni cipressi; sulla strada, in un angolo, si trova un enorme ceppo, appartenuto ad un cipresso centenario. La sua chioma era gigantesca, infatti in tempo di guerra ci si nascondevano i Partigiani. Al suo interno sono state ritrovate alcune brandine. Qualche decennio fa è stato tagliato, perché era malato, si dice anche che fosse stato colpito da un fulmine.
La Badia di Sant’Andrea è un luogo ricco di storia e di storie; era anche un importante crocevia per raggiungere tutti i luoghi della nostra montagna. Tanto tempo fa (Medioevo) ci abitava un eremita, Frate Forte. Un abitante della Badia, Mauro Ciapi, ci ha raccontato la sua storia.
Frate Forte era un cavaliere che nella sua vita aveva commesso dei reati e vissuto molte avventure. Le sue storie si trovano scritte nel libro del Manneschi (Memorie Valdarnesi) e nel romanzo di Amos Volpini, Carlino de’ Pazzi. La chiesa ha un portone in legno; sopra c’è una finestra bifora. All’interno è composta da una navata. Il tetto è in legno, restaurato. Nella zona dell’abside , dietro all’altare c’è un dipinto del ‘700, raffigura la Madonna col bambino e due santi protettori della chiesa: Sant’Andrea e San Giovanni. Sulla sinistra c’è un affresco, L’Annunciazione. Vicino all’altare c’è una cella dove sono conservate le reliquie di Frate Forte.
La Badia di Sant’Andrea è un luogo davvero suggestivo.
Ringraziamo Mauro e Maria Luisa per le preziose informazioni.
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